Pensiamo al bambino che deve svolgere un compito e la maestra gli si avvicina dicendo “Marco, devi essere creativo!”.
Oppure ancora una madre che richiede attenzioni al figlio e quando questo si avvicina per abbracciarla lei lo scansa e gli dice “Marco, ma non vedi che sto parlando con la mia amica? Ti sembra il momento?”
Situazione analoga avviene quando il padre di Marco si avvicina a sua moglie per regalarle un biglietto per il teatro e le chiede “sei felice?” e la moglie “si grazie” e il marito incalza “dai sii spontanea! Sei felice?”
Negli esempi appena riportati, la comunicazione risulta essere incongruente.
Questo tipo di comunicazione non avviene di certo soltanto nella famiglia di Marco, dove possiamo notare che le ingiunzioni presentate sono paradossali. Obbligare qualcuno ad essere creativo oppure spontaneo è un paradosso, così come richiedere attenzioni per poi ignorare e rimproverare per le attenzioni date.
Il procedimento perverso consiste soprattutto nel porre l’altro in una situazione paradossale per poi poterlo rimproverare della contraddizione in cui è stato messo.
Questo tipo di comunicazione paradossale invalida necessariamente la relazione minando l’equilibrio emotivo di chi la subisce e rendendo vano ogni tentativo di dialogo o confronto costruttivo.
Quando ci relazioniamo a qualcuno, con il linguaggio verbale e non verbale, non comunichiamo soltanto messaggi o stati d’animo, ma li metacomunichiamo. Metacomunicare significa comunicare sulla comunicazione spostandosi dal contenuto alla relazione. È come quando entriamo in un negozio alle 19.50 e la commessa, che ormai aveva iniziato a fare chiusura, si avvicina con sguardo omicida e tono aggressivo e dice “Benvenuta signora, come posso aiutarla?”. A livello verbale sta comunicando di volerci essere di aiuto ma è evidente che sta metacomunicando un chiaro disaccordo per la nostra presenza nel negozio!
La teoria del double bind (doppio legame) riguarda una situazione in cui la comunicazione tra due individui, uniti da una relazione emotivamente rilevante, in cui uno dipenda dall’altro, presenta una incongruenza tra il livello del discorso esplicito (verbale, quel che vien detto) e un altro livello, detto metacomunicativo (non verbale, gesti, atteggiamenti, tono di voce), e la situazione sia tale per cui il ricevente il messaggio non abbia la possibilità di decidere quale dei due livelli ritenere valido, visto che si contraddicono e nemmeno di far notare l’incongruenza a livello esplicito.
IL DOPPIO LEGAME NELLE RELAZIONI SIGNIFICATIVE
Per Bateson le caratteristiche di una situazione di doppio legame sono:
a) l’individuo è coinvolto in un rapporto intenso, un rapporto in cui egli sente che è d’importanza vitale saper distinguere con precisione il genere di messaggio che gli viene comunicato, in modo da poter rispondere in modo appropriato, sullo stesso piano comunicativo;
b) l’individuo si trova prigioniero in una situazione in cui l’altra persona che partecipa al rapporto emette, allo stesso tempo, messaggi di due ordini diversi, uno dei quali nega l’altro;
c) l’individuo è incapace di analizzare i messaggi al fine di migliorare la propria capacità di discriminare a quale ordine di messaggio debba rispondere, cioè egli non è in grado di produrre un enunciato metacomunicativo.
Se un soggetto fin dalla sua prima infanzia, quando cioè non è in grado assolutamente di fare alcuna operazione critica su quello che gli adulti gli dicono, è sottoposto a una sequenza di messaggi intimamente contraddittori tali per cui egli viene messo pragmaticamente in una posizione indecidibile, la sua capacità di organizzare logicamente il pensiero e di guardare il mondo applicandovi delle categorie che gli consentano di rappresentarsi in modo razionale, da adulto, sarà sconvolta.
La ripetizione di questi pattern finisce per imporre e consolidare modelli idiosincratici di interazione che implicano uno stile di comunicazione che prevede la negazione di certi stimoli e la repressione dei significati, rinforzando il fraintendimento e la punizione per ogni tentativo di fare chiarezza.
Quando Marco sarà un adulto avrà difficoltà a decifrare i messaggi del suo interlocutore, a prendere contatto con la realtà, a costruire una coerenza tra la sua comunicazione e metacomunicazione, sarà a sua volta ambiguo e confuso nell’attribuire significati e, nella peggiore delle ipotesi, avrà sviluppato una psicopatologia.
La realtà quotidiana dei legami sociali, se ci pensate, è attraversata da disconferme e doppi legami; tuttavia essi creano problemi profondi e destabilizzanti solo quando il sostrato in cui si collocano è costituito da situazioni in cui l'affettività è il fattore determinante, decisivo per una persona. Quindi commesse escluse, però anche entrare in negozio non proprio a ridosso della chiusura potrebbe avere notevoli vantaggi!
COME BLOCARE IL DOPPIO LEGAME: LA PSICOTERAPIA
Il primo passo fondamentale e a volte anche molto difficile è quello di comprendere i due messaggi contraddittori e le loro conseguenze, ossia diventare consapevoli delle contraddizioni che tale situazione crea. Il secondo passo è assumersi la responsabilità della risposta, capire cioè che c’è sempre una scelta che può essere fatta, quindi si può decidere di non rispondere o di andarsene.
Quando una struttura di alternative non presenta alcuna soluzione, sarebbe necessario tirarsi fuori dal contesto di comunicazione e soffermarsi sulle dinamiche relazionali, rifiutandosi di scegliere tra soluzioni inevitabilmente negative.
Per fare questo è richiesta una stabilità emotiva, capacità di decodifica e una sicurezza esistenziale. Solo una volta raggiunto questo stato si è in grado di scegliere tra diverse possibilità nel processo reale in cui si è coinvolti.
Queste capacità possono essere sviluppate e sperimentate facendo un buon lavoro su se stessi.
Con un percorso di psicoterapia è possibile spezzare questa catena proponendo un modello relazionale alternativo, basato su un legame non ambiguo, stimolando il paziente a riflettere sulle proprie sensazioni nelle situazioni di doppio legame, imparando a riconoscere e rifiutare messaggi ambivalenti che vengono dall’interlocutore, proprio come sta facendo oggi Marco.
Fonti:
Andolfi, M. (2002) a cura di. I pionieri della terapia familiare. Milano: Franco Angeli.
Bateson,G. (1972). Verso un’ecologia della mente. Milano: Adelphi. Tr. It. 1976.
Watzlawick P, Beavin JH, Jackson DD. (1971). Pragmatica della comunicazione umana: Studio dei modelli interattivi della patologie e dei paradosso.